Una rivista giuridica con l’obiettivo e, l’auspicio, di rappresentare il “Diritto” da “Giornalista Giornalista”.

Dott. Gregorio Pietro D’ Amato

Una rivista giuridica con l’obiettivo e, l’auspicio, di rappresentare il "Diritto" da "Giornalista Giornalista".

 

Da oggi prende il via una nuova rivista che tratta di diritto dal titolo “Rivista Giuridica Diritto e Crisi d’Impresa. E per me, che mi onoro di essere il Direttore Scientifico, rappresenta una nuova ed impegnativa sfida per un progetto che parte da lontano.

Molti diranno che una nuova rivista che tratta di diritto nell’agone delle pubblicazioni anche più autorevoli storiche e prestigiose non se ne “avvertiva” la necessità.

Certo, anche questo ha il suo fondamento e non s’intende competere con le più prestigiose e storiche riviste professionali. Ma il fondamento e la necessità di una nuova rivista nel campo del Diritto nasce da una necessità professionale di divulgazione e diffusione di un pensiero libero ed indipendente anche nel campo del Diritto -con la D maiuscola-  e che cercherà di dialogare anche con i non addetti ai lavori: con rubriche di news ed editoriali, oltre alla rivista che raccoglierà i contributi di liberi “autori” e di tutti coloro che intenderanno condividere il progetto editoriale con una particolare attenzione, anche, per utenti comuni, docenti e professionisti.

La idea editoriale e percorso scientifico, tecnico e professionale che la rivista, ed in special modo chi ha l’onore di essere il “Direttore” avendo, anche, raggiunto una età matura, è quella di perseguire un pensiero, e sollecitare un dibattito culturale libero da ogni pregiudizio evidenziando, sempre, gli aspetti del Diritto che coinvolgeranno anche i c.d. “poteri forti” sia privati nazionali ed internazionali e pubblici. Nonché, per evidenziare le incongruenze giuridiche che, a volte, capitano contro chi delinque o richiede semplicemente Giustizia tra privati e anche nei confronti dello Stato, che così facendo mortifica i Diritti dei cittadini onesti.

Per rendere l’idea dello spirito che intende perseguire la nuova rivista, ed in particolare del suo Direttore, e che trovo più appropriato qualificarmi come “coordinatore” e non di chi “dirige”, ritengo più diretto e rappresentativo citare -e come indicato nell’occhiello del titolo- , con molta umiltà da parte mia, il modus operandi e pensiero di un vero “Giornalista Giornalista”: Giancarlo Siani, giornalista e collaboratore del Mattino di Napoli, ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre 1985. Con queste parole lo ricorda una delle scene più belle del film a lui dedicato nel 2009 da Marco Risi, “Fortapàsc”: “Da sempre sono esistite e continuano ad esistere due categorie di giornalisti: i Giornalisti Giornalisti e i giornalisti impiegati. La prima è una categoria così ristretta, così povera, così “abusiva”, senza prospettiva di carriera, che non fa notizia, soprattutto oggi. La seconda, asservita al potere dominante, è il giornalismo carrieristico, quello dello scoop e del gossip, quello dell’esaltazione del mostro e della sua redenzione”.

Un pensiero che, anche se sono passati molti anni, è tremendamente attuale ai giorni nostri nella sua espressione ad ogni livello economico-culturale, di chi commette reati o “abusa” del Diritto e/o lo “interpreta” in maniera da “asservire” e/o compiacere il potere in ogni sua espressione, offendendo e calpestando la libertà ed il Diritto di ogni individuo.

Lo spirto della rivista è quello previsto dalla nostra Carta Costituzionale ai primi due commi dell’art. 21 in cui è stabilito che: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Pertanto, l’obiettivo è di “aprire” e sollecitare un dibattito culturale fra tutti i livelli, anche con il nostro amatissimo Stato affinché stia vicino ai propri cittadini e non comportarsi, anche se in via mediata, attraverso i gestori del potere amministrativo, come il mitologico e voracissimo mostro acquatico Leviatano della tradizione biblica, che è stato assunto dal filosofo Th. Hobbes (1588-1679) a simbolo dell'onnipotenza dello Stato nei confronti dell'individuo e che li divora, ma che alla fine sarà lo stesso mostro a soccombere. Deve essere visto e sentito, invece, lo Stato, anche con le sue leggi ed i suoi organi ed esecutori amministrativi e giurisdizionali in contrapposizione alla visione di Hobbes, come Stato molto più vicino ai propri cittadini, ed avere la visione del filosofo Aristotele in cui: “l’uomo era considerato naturalmente sociale, naturalmente cittadino e la società politica era un fatto naturale”.

E concludo, ed auguro che questa rivista, anche quando non ci sarò più, quale suo fondatore e Direttore, possa continuare a camminare sulle proprie gambe con le idee che riuscirà a sollecitare e divulgare non avendo paura di esprimerle sotto un punto di vista diverso, ma sempre rispettoso dei principi costituzionali così altresì espressi al 6 comma del menzionato art. 21 della Costituzione e del Diritto, in quanto, e come disse il Giudice Giovanni Falcone, lasciando il suo testamento spirituale attraverso un intervista televisiva, è che: L’importante non è stabilire se uno ha paura o meno. E’ saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio ma incoscienza”. Non solo e sempre il Giudice Giovanni Falcone diceva che: “la mafia la si può combattere anche con il Diritto”, ed io, mi permetto con estremo rispetto ed umiltà, di aggiungere che non solo la mafia la si può combattere, anche, con il Diritto ma anche chi calpesta e comprime il Diritto e la libertà di ogni cittadino.

E chi vorrà aderire, e partecipare liberamente, condividendo lo spirito ed ideali della rivista, sarà ben accetto di potervi fare parte offrendo liberamente il proprio contributo scientifico, tecnico e professionale.

Legum omnes servi sumus, ut liberi  esse possimus (Tutti siamo schiavi delle leggi, affinché possiamo essere liberi- Marco Tullio Cicerone)

Ad maiora semper

 Il Direttore Scientifico Gregorio Pietro D’Amato